VERSION: - ||-   SPANISH WITH KEY WORDS: -|- << prec| succ>>|23 Ottobre 2007

Evviva España

Ricordo la mia prima visita in Spagna. Ero con la famiglia in un viaggio in comitiva in autobus. Barcellona e Madrid, le due città maggiori, erano collegate da una statale stretta e tortuosa, in mezzo a deserti desolati, tanto simili a quelli dell'Ovest statunitense da essere scelti come scenario di molti spaghetti Western. Ci fermammo in un bar. Il pavimento era tapezzato da cartacce e mozziconi. La cosa era tollerata se non apprezzata dai titolari, significava che il bar era popolare. Mi colpì l'espressione di stupore della guida quando gli fu detto che la comitiva era composta principalmente da pensionati: “Pensionati? Si possono permettere un viaggio in Spagna?” Che contrasto con i pensionati (los Jubilados) Spagnoli che all'epoca, così almeno diceva lui, erano quasi alla fame.

una pregunta por usted

Vent'anni ed è cambiato tutto. Basta sfogliare il quotidiano la repubblica del 19 settembre, il giorno in cui hanno inaugurato la nuova veste grafica. A pagina 3 c'è una tabella che raffronta il costo dei parlamentari nei vari paesi. L'Italia è in testa alla classifica con 1.531.952 euro, la Spagna all'ultimo posto con 257.330. Un Euro parlamentare Spagnolo percepisce 40000 euro, un suo collega Italiano 150.000.

Qualche tempo fa Zapatero partecipò ad un talk show “Una pregunta por usted” in cui rispondeva alle domande del pubblico. Qualcuno gli domandò se conosceva il prezzo del latte e Zapi, ahimè, non seppe rispondere. La cosa fece scalpore. Se ne parlò a cena con amici e qualcuno disse che ce lo si poteva aspettare da uno che guadagna ben 3000 euro al mese. Povero Zapi, una carriera brillantissima, l'uomo più popolare della sinistra Europea e tutto questo per cosa? un contrattucolo di quattro anni da capo del governo! Mi sono vergognato a far notare che in Italia quella somma andrebbe moltiplicata per dieci o quasi, e che i nostri politici sono molto ma molto meno precari dei loro.


Zapatero e i Co.co.co

Si dice che su questa questione di stipendi e rimborsi dei parlamentari si faccia molta demagogia, che se fossero tutto ad un tratto azzerati non cambierebbe molto. E' lo stesso articolo a confermarlo. Ogni Italiano spende 16 euro per il proprio parlamento (Uno Spagnolo 2) ed effettivamente non sarebbe questo risparmio a risolvere i problemi della finanza pubblica. Però è un segno, un indicatore che dice tutto sul diverso livello di decoro delle classi dirigenti, e sul livello di parsimonia di un paese. Infatti in Spagna il debito pubblico è pressocché inesistente, il bilancio dello stato è in attivo. Cosa voglia dire in termini pratici ce lo dice il resto del giornale, sempre il 19 settembre. A pagina 20 c'è una nuova notizia dalla Spagna. Cito Testualmente:

“Il governo Zapatero ha annunciato che aiuterà con 210 euro al mese i giovani spagnoli per l’affitto di un appartamento. Per poter ricevere la sovvenzione bisogna avere un’età compresa fra i 22 e i 30 anni e un reddito annuale lordo che non superi i 22mila euro.”

Povero Zapi, un'altro pelo e aveva diritto pure lui alla sovvenzione. A pagina 27 c'è un servizio sui cittadini di vari paesi Europei che, per effetto del caro greggio, lasciano l'auto e scelgono i mezzi pubblici, con l'eccezione degli Italiani costretti alle quattro ruote. Leggiamo un pezzo dell'articolo:

“..le nostre strade sono le stesse da 30 anni mentre invece gli altri Paesi europei con i quali ci confrontiamo hanno una crescita delle infrastrutture impressionante. L’esempio della Spagna è sotto gli occhi di tutti: tra il 1995 ed il 2003, la lunghezza della loro rete autostradale è cresciuta del 5% l’anno, ed oggi hanno un’estensione chilometrica pari a quella della Francia, paese più grande d’Europa.”

Oggi da Barcellona a Madrid si viaggia a trecento all'ora con treni nuovi di zecca.


“Bamboccioni” international

Nei giorni successivi si è parlato dei tanti, troppi giovani Italici bisognosi di premure materne anche in tarda età troppo poco desiderosi di farsi una vita propria, i cosiddetti “Bamboccioni” secondo la definizione di un ministro 'Fracchia' a cui il Berlusconismo dovrà fare le statue d'oro dovesse mai tornare di moda. Ne parlavano in una trasmissione, non ricordo quale, si diceva che il 65% dei giovani Italiani vive a casa con i genitori contro il 20-25% degli altri paesi Europei ed udite, udite il 10% della Spagna.

Noi Italiani soffriamo complessi di inferiorità notevolissimi. L'erba del vicino ci sembra sempre molto più verde della nostra, anche quella delle desolatissime lande spagnole arrostite dal solleone. Però che la Spagna la faccia franca con solo 10 “bamboccioni” su cento, per quello che vedo, mi sembra troppo. Conosco persone che vivono o hanno vissuto fino a tarda età con i genitori. Magari non sarà un campione significativo ma a 10 su 100 non ci arriviamo nemmeno se mi metto a pagare vitto e alloggio di tasca mia a due o tre di loro. Vi rimando a questo articolo di El Paìs ( ¿Papá, me ayudas a emanciparme?). Parla di tanti giovani emancipati per modo di dire, che mangiano dalla mamma, che le affibiano i loro bebè, e che dai genitori si fanno fare la spesa. Vengono elencate varie cause: i 'salari spazzatura', la precarità lavorativa, i costi delle case. Ma come mi domando? Pure in Spagna con la crescita economica che hanno? In Spagna e non solo in Spagna. Anche il Giappone a quanto pare è pieno zeppo di bamboccioni con gli occhi a mandorla che a quarant'anni stanno ancora a casa con la mamma. Ne parlavano in un documentario della tve. Per gli stessi identici motivi di cui parlava l'articolo del Paìs. Forse la questione e un po' più complessa di come ce la raccontano, irrisolta anche nella Spagna del boom, degli investimenti e della buona amministrazione, con una generazione stretta nella morsa tra speculazione immobiliare e da precarietà lavorativa. Qui però riescono a far in modo che se ne parli.