VERSION: - ||-   SPANISH WITH KEY WORDS: -|- << prec| succ>>|3 Novembre 2007

Del calientamento global

Così può essere sintetizzato il punto di vista di Carlos, riguardo al cambio climatico, l'altra sera a cena:

Il riscaldamento globale non è dovuto a cause umane. Si tratta di normali cicli geologici. Se i vichinghi hanno chiamato così la Groenlandia (Greenland) è perché un tempo deve essere stata verde. Ci sono ragioni politiche ed economiche dietro la campagna mediatica che viene fatta, ma gli scienziati sono divisi a metà tra favorevoli e concordi.

E' vero che il concetto di rifiuto non esisteva prima della rivoluzione industriale. Un tempo si riutilizzava tutto ma erano altri tempi. Si condivideva pure casa con porci e galline e si viveva in condizioni improponibili al giorno d'oggi. Un ritorno a quel passato è del tutto improponibile.

In passato, quando si usava il legno come risorsa energetica, c'erano anche meno alberi rispetto ad ora. Basti pensare ad Alicante, con l'acqua e la presenza umana c'è molta più vegetazione di quanta ce ne sia mai stata in passato.

Un punto di vista 'condiviso'. Quest'ultima considerazione è la più facile da controbattere. E' evidente infatti che qualche alberello piantato non basta a compensare i danni dovuti a cementificazione selvaggia, emissioni e sovrappopolamento. Il saldo ecologico è assolutamente in perdita.

Il primo ed il secondo punto sono invece ben più interessati. Il primo ha a che fare con la natura pubblica del problema, il secondo con quella privata. Sul primo punto Carlos non è affatto solo a pensarla così. E' quanto ad esempio sostiene l'amministrazione Bush (La Casa Blanca censura datos sobre el cambio climático) e tanta parte della destra internazionale (Rajoy duda de que el cambio climático entrañe peligro), dell'ambiente ce ne si occupa se e quando non intralcia i cicli economici. La giostra della crescita non può fermarsi nemmeno un secondo costi quel che costi.

Non sono uno scienziato e non sono grado di dire sulla base della mia esperienza personale se il riscaldamento dipenda da cause umane o meno. Quello che so è che i punti di vista non sono affatto equamente divisi: 9 su 10 sostengano la tesi della responsabilità umana.

complotto o realtà?

La letteratura a riguardo è abbondantissima . C'è un articolo di National Geographic (Carbon's new math) che ci dice un po' di cosette. Che le particelle di anitride carbonica nell' atmosfera prima della rivoluzione industriale erano 280 su un milione. Che negli anni 50 erano già a 350 e che ora siamo vicini alla soglia di non ritorno di 450. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che nel 2020 consumeranno il 20% in più di carbone che nel 2000. La Cina costruisce una centrale termica a settimana. Qualunque boccone ingerito da uno Statunitense ha viaggiato in media 2500 chilometri cioè è immerso nel petrolio. L'articolo è in inglese ed è disponibile online e vale la pena trovare il tempo di leggerselo. Parla anche di rimedi e vie d'uscita.

Solo la stampa Spagnola online di questa settimana presenta così tanti articoli da poterci riempire tutto il postal con articoli sul tema. Sono lieto di lasciar che siano loro a rispondere dal punto di vista delle argomentazioni scientifiche. (Evidencias del cambio climático)

spectra international. A me interessa sottolineare un'altra cosa. Mettiamo pure, come dice Carlos, che siano tutti incompetenti, o peggio ancora in malafede, che si possa sospettare una gigantesca montatura. Rimarrebbe comunque il dubbio e dovremmo comunque farci carico del problema per ragioni di doverosa prudenza. Corriamo il rischio di diventare virtuosi per scoprire che il riscaldamento era dovuto ad altro ma almeno avremmo la coscienza a posto.

Del resto, se si utilizza un bagno in locale pubblico buona creanza vorrebbe che lo si lasciasse nello stato in cui si è trovato. Oppure si puó dedidere di fare come i maiali, che Carlos menziona, e sperare che la cosa si scopra quando si è già fuori dal locale. Fuor di metafora è esattamente quello il genere umano sta facendo.

Ma non è solo questo. Se anche qualcuno riuscisse a dimostrare che, ad esempio, ricoprire il territorio di discariche, aprirne di nuove in prossimità di falde acquifere o a riserve naturali, che trasformare centinaia di chilometri di costa in un mare di liquami maleodoranti, che insomma tutte queste belle cose non incidono sul riscaldamento globale (e comunque non credo proprio sia così) non sposterebbe il problema di una virgola. Quella è l'acqua che beviamo, quelle sono le spiagge che frequentiamo. Se ci sono più tumori, ed è dimostrato, è più facile esserne colpiti. Il problema è collettivo e uno potrebbe dire me ne frego tanto se non lo faccio io lo farai tu. Abietto quanto si vuole ma perfettamente logico.

maiali o non maiali? Il punto è che esiste anche una dimensione privata concreta ed immediata della questione. Che si riaggancia alla seconda argomentazione di Carlos (maiali o non maiali?) e al mio post del Blog Action Day. Mi ero ripromesso di tradurlo ma mi limiterò a riassumerlo, in quanto, diciamo così, superato dagli eventi. Raccontavo della mia esperienza quando trovandomi a dover fare a meno della macchina, a risparmiare sulle bollette, a comprare ai mercatini anzicchè ai centri commerciali sono arrivato alla sorprendente conclusione che tutto che fai a favore dell'ambiente quasi sempre si traduce in un beneficio diretto economico e personale. Che il famoso dilemma di Carlos, maiali o non maiali, è finto, non esiste. Siamo stati portati per mano a credere che se non consumiamo stiamo peggio quando invece è vero l'esatto contrario. Se riesci a fare a meno di una macchina, o condividerla con molti familiari, potrai anche fare a meno dei due stipendi e rotti necessari per pagarne i soli costi fissi, e di due mesi all'anno avanti e dietro su una tangenziale per raggiungere il posto di lavoro, come chi va a lavorare per pagarsi la macchina che gli serve per andare a lavorare. Ma forse non sono il solo a pensarla così: Cuatro de cada diez españoles usarían menos el coche para no contaminar, il mondo dice sì agli eco-sacrifici

- Oh! Un insettino mi si è spiaccicato sul parabrezza

- Che Peccato! Domani compreremo un'altra auto

Oggi non ci sono più sogni irrealizzabili....

[Spot radiofonico]